SIC e ZPS in Liguria » Genova » Rocche di S. Anna - Valle del Fico

icona itinerari Sestri Levante - M. Costello

Autore: Mariotti

Da S. Sebastiano all'estremità ovest di Via Antica Romana occidentale, si lascia il Rio San Sebastiano per salire sulla sinistra a fianco delle case e poi sul costone che orla i due fronti di una vecchia cava, adibita a campeggio. Il selciato ha grosse pietre levigate dal tempo e dai numerosi viandanti che da sempre lo hanno calcato. Alle nostre spalle e sulla sinistra, oltre la ferrovia, sono il mare e la Baia delle Favole. La macchia, la gariga e le rupi formano un complesso mosaico con ginestre, sparzi spinosi (Calicotome spinosa), cisti (Cistus salvifolius), lavande selvatiche (Lavandula stoechas). Oltre un'area attrezzata con tavole e panche incontriamo il tracciato storico della Valle del Fico (itinerario n. 1). Qui possiamo permetterci una breve deviazione per visitare i ruderi della cappella di S. Anna e poi tornare sui nostri passi per salire ancora fino al crinale della Costa di Lavagna. Le tracce del fuoco sono evidenti, ma altrettanto evidente è la ripresa vigorosa di cisti, eriche, corbezzoli, mirti, terebinti, lecci e tante altre specie di macchia.

Sui versanti si osservano le tracce delle tipiche "fasce" liguri. A partire dal XII secolo, al termine di un periodo di intense incursioni saracene, cominciò in Liguria la realizzazione di una profonda trasformazione del paesaggio attraverso la costruzione delle "fasce", terrazzamenti destinati principalmente all'agricoltura. Nel SIC, dei quattro tipi di "fasce" (con cigli erbosi, con muri a calce, con muri a doppio paramento e con muri a raso) troviamo quasi esclusivamente il tipo con muri a secco a raso. Essi sono realizzati con blocchi d'arenaria sapientemente sovrapposti in modo da contenere il terreno della piana soprastante dove erano coltivati olivi o viti. L'imponenza di alcuni muri è particolarmente evidente in certi punti della Valle del Fico. La fondazione del muro avveniva sulla roccia; si disponevano le pietre collocando prima quelle più grandi perpendicolarmente alla lunghezza del muro e bloccandole mediante le pietre più piccole, poi si proseguiva con altri strati di pietre riducendo gradualmente la larghezza del muro; si realizzava il drenaggio riempiendo di pietrisco il vuoto tra il pendio e infine si livellava con terreno agrario. La grande fatica necessaria per realizzare e conservare questi muri, che talora raggiungono diversi metri d'altezza, fa comprendere l'abbandono delle coltivazioni in un momento in cui le industrie siderurgiche e cantieristiche di Sestri Levante ebbero particolare sviluppo.

Ai bordi del sentiero fiorisce in piena estate il fiordaliso della Riviera di Levante (Centaurea paniculata ssp. levantina). Fa parte di una specie polimorfa complessa che comprende popolazioni, morfologicamente differenziate, geograficamente contigue. La sottospecie levantina è presente esclusivamente fra Portofino e Porto Venere, in luoghi rocciosi, soleggiati; sopporta bene anche la salsedine dell'aerosol marino e costituisce l'ecotipo costiero del Fiordaliso di Luni, maggiormente diffuso sui monti vicini.

Diverse anche se non numerosissime sono le orchidee, che di norma prediligono terreni calcarei. Fra queste sono le curiose ofridi, in particolare il Fior di ragno (Ophrys sphegodes), una delle ofridi più diffuse in Liguria. L'orchidea più rara è l'orchidea patente (Orchis patens), nota solo di pochissime località della Riviera Ligure, della Tunisia e dell'Algeria. Un'altra specie più bella, ma meno rara è l'orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis), con fiori a labello trilobato provvisto di un lungo sperone ricco di nettare messo a disposizione delle farfalle come ricompensa per l'impollinazione.

Negli spazi più aperti si possono osservare numerosi ortotteri (cavallette, grilli, mantidi), cicale e diverse farfalle, fra cui la farfalla del corbezzolo (Charaxes jasius), la cedronella (Gonepteryx rhamni), la cleopatra (Gonepteryx cleopatra); numerose sono le specie di coleotteri, fra i quali edemeridi, abbondanti sui cisti, crisomelidi floricoli e fillofagi, buprestidi dai vivaci colori, curculionidi legati soprattutto al leccio e al cisto; infine si fanno notare in modo particolare gli imenotteri con api, bombi e calabroni che visitano fiori nel corso di tutto l'anno. Fra i rettili, oltre alla comune lucertola muraiola e al biacco, possiamo osservare il saettone o colubro d'Esculapio (Elaphe longissima) e il geco (Tarentola mauretanica), soprattutto dove vi sono pietre e muri a secco.

Gli uccelli più caratteristici sono l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), la sterpazzolina (Sylvia cantillans), il fiorrancino (Regulus ignicapillus) e il minuscolo scricciolo (Troglodytes troglodytes), ma sono molto frequenti, soprattutto per la vicinanza a coltivi e incolti, fringuelli (Fringilla coelebs), verdoni (Carduelis chloris), pettirossi (Erithacus rubecula), storni (Sturnus vulgaris), cardellini (Carduelis carduelis). Tra i mammiferi sono presenti il moscardino (Muscardinus avellanarius), il topo quercino (Elyomis quercinus) e il riccio (Erinaceus europaeus).

Il panorama sul golfo è splendido; a sinistra la valle del Rio Cereta che scende a Cavi e a destra la Valle del Fico e Sestri; continuando a salire giungiamo a un bosco di pini e lecci scampati agli incendi. A quota 350 m s.l.m. è il limite superiore del SIC; a destra è un sentiero non segnato che scende sul lato orientale della Valle del Fico per i crinali di Succu e della Costa di Sestri fin quasi al punto di partenza, ma che permette anche di raggiungere più a levante la frazione di Costa Rossa. Per arrivare al M. Costello occorre però salire ancora nel bosco di pini, lecci e castagni percorrendo tutta la Costa Serba; poco prima della meta la pendenza si addolcisce.

Al M. Costello vi è un'area attrezzata con tavoli e panche all'ombra di piante secolari, da dove possiamo ammirare l'ampio panorama sul Golfo del Tigullio, sulla costa e sui rilievi dal M Portofino alle Apuane. Da qui si può proseguire sulla cresta per il M. Zucchetto e il M. Capenardo (694 m), presso antiche cave di ardesia, oppure scendere lungo strada alla frazione di S. Bernardo, collegata a Sestri Levante da mezzi pubblici (6 corse feriali).

foto itinerario

icona difficolta Difficoltà
-

icona segnavia Segnavia
Un cerchio rosso vuoto tagliato orizzontalmente da un tratto rosso

icona dislivello Dislivello
in salita: 494 m
in discesa: 0 m

icona tempo Tempo di Percorrenza
2 ore

icona cartina Carta

icona riferimenti Riferimenti utili

Galleria fotografica

icona download Download

icona itinerari Altri itinerari

1. Sestri Levante - Valle del Fico - Ruderi di S. Anna