SIC e ZPS in Liguria » Genova » Deiva - Bracco - Pietra di Vasca - Mola

icona itinerari Castiglione Chiavarese - Cotarse - Baracchino - M. S. Nicolao

Autore: Mariotti

È un itinerario percorribile in parte anche a cavallo o in MTB, immerso nei boschi, ma con numerosi scorci panoramici sulla Val Petronio e sul versante rivolto verso Deiva Marina. Dalla statale che attraversa il borgo di Castiglione, si scende su strada al fiume passando poco sotto la frazione di Morasca. Risaliamo le rive del corso d'acqua seguendo la strada delle Cotarse, una sequenza di antichi mulini dove la popolazione portava a macinare cereali e castagne. S'attraversa più volte il fiume su piccoli ponti e, oltrepassata la Casa del Diavolo, si volta a destra su un sentierino (è possibile anche proseguire per una variante che passa per Molino Lavaggini). Saliamo in un bel castagneto, di origini ultramillenarie, con grosse ceppaie e alberi cavi che favoriscono la fauna.

L'origine del castagneto di Vasca (il castanetum vilici) è antichissima; coltivato per i frutti sino agli inizi del XX secolo, appare ora come un bosco ceduo invecchiato, con grosse ceppaie e slanciati polloni. In quello e in altri castagneti del SIC, a seconda della quota e dell'esposizione, leccio, roverella, carpino nero, orniello, pioppo tremolo, agrifoglio accompagnano il castagno; tra le specie del sottobosco sono diffusi fisospermo di Cornovaglia (Physospermum cornubiense), cicerchia montana, sesleria autunnale, erba lucciola piemontese (Luzula pedemontana), geranio nodoso, erba trinità (Hepatica nobilis), laureola (Daphne laureola), elleboro (Helleborus odorus), biancospino (Crataegus monogyna), ginepro (Juniperus communis), pero corvino (Amelanchier ovalis), erica carnicina (Erica herbacea). Negli aspetti più umidi, con un'abbondante lettiera di foglie, e soprattutto dove persistono grossi alberi cavi, si sviluppano i miceli di molte specie di funghi e la fauna è più ricca; comunità d'insetti e altri invertebrati popolano il terreno e sono preda di anfibi più o meno elusivi: geotritoni, salamandre pezzate, tritoni (Triturus alpestris e T. carnifex). Cince, picchi rossi maggiori (Picoides major), picchi verdi (Picus viridis), picchi muratori (Sitta europaea), capinere (Parus ater), merli, pettirossi, scriccioli, ghiandaie (Garrulus glandarius) sono gli uccelli più significativi del castagneto. Fra i mammiferi si segnalano la volpe, il cinghiale, la puzzola e la faina.

Raggiunta la strada degli acquedotti (itinerario 2), la si segue a sinistra. Sul versante opposto si notano i monti Pù, Bastia, Arpescella e il paese di Velva. Sopra di noi è la cresta tormentata di Pietra di Vasca. Oltre un rudere e una sorgente, siamo al Baracchino dove incontriamo l'itinerario 1; risaliamo l'aspro versante meridionale di Pietra di Vasca dove incontriamo aspetti con ginestra di Salzmann.

Si tratta di una specie legata in modo particolare, seppure non esclusivo alle ofioliti. Queste rocce comprendono serpentiniti, serpentini e il loro nome, ofioliti, deriva dal loro colore variegato di verde scuro come quello di molti serpenti (dal greco ophios = serpente). Derivano da rocce intrusive con netta prevalenza di minerali mafici (miche, anfiboli, pirosseni, olivina, epidoto, minerali metallici, ecc., ricchi di magnesio e ferro) mediante processi di serpentinizzazione che li porta alla trasformazione più o meno completa in serpentino (fillosilicato di Magnesio). L'abbondanza di magnetite fa apparire queste rocce quasi nerastre, provoca la deviazione dell'ago magnetico delle bussole e favorisce la caduta di fulmini. Temperature e pressioni elevatissime, risalite e affioramenti dal fondo dell'oceano piemontese-ligure, eventi tettonici avvenuti fra 189 e 160 milioni di anni fa sono all'origine di queste rocce verdi talora ricoperte da brecce alla sommità. I terreni che si originano dalle ofioliti sono scarsamente fertili, poveri di nutrienti (azoto, fosforo e potassio) e ricchi di magnesio, nichel, cromo, rame e altri metalli. Il colore scuro della roccia facilita notevoli sbalzi termici. Tutto ciò determina condizioni particolarmente difficili alle quali solo alcune specie di piante, dotate di particolari adattamenti, riescono a sopravvivere: sulle ofioliti del Bracco e della Valle di Deiva troviamo perciò diverse specie endemiche o rare, esclusive o preferenziali, come l'asplenio dei serpentini, la ginestra di Salzmann, l'euforbia spinosa ligure, il bosso.

Oltre un pittoresco passaggio fra due grandi massi di gabbro, colonizzati da vecchi esemplari di leccio, il tratto finale, dopo aver incontrato l'itinerario n. 1, attraversa il boschetto di querce presso i ruderi della chiesetta di S.Nicolao e, svoltato a destra, sale in breve alla vetta.

foto itinerario

icona difficolta Difficoltà
-

icona segnavia Segnavia
Una croce rossa

icona dislivello Dislivello
in salita: 671 m
in discesa: 90 m

icona tempo Tempo di Percorrenza
3 ore e 30 min

icona cartina Carta

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icona itinerari Altri itinerari

1. Moneglia - Lemeglio - Salto del Cavallo - M. S. Nicolao

2. Castiglione Chiavarese - Bracco - Baracchino

4. Salto del Cavallo - Mezzema - Case Carbonino - Deiva Marina

5. Anello delle sughere